Alla fine vorrei provare a prenderli sul serio e immaginare quello che potrebbe accadere subito dopo il voto, la notte dello spoglio.
Con la premessa indispensabile che i sondaggi, gli ultimi sondaggi, ci prendano.
E che quindi diano come risultato un Parlamento senza alcuna maggioranza politica ma con un partito, il Movimento 5 Stelle, abbondantemente primo.
A questo punto, a prenderli sul serio, l’onorevole Di Maio ha più volte ribadito che la sera delle elezioni farà “un appello pubblico alle altre forze politiche che sono entrate in Parlamento presentando il nostro programma e la nostra squadra. E governeremo con chi ci sta”.
In quel preciso istante, nel momento esatto in cui pronuncerà quelle parole, si andrà a creare un conflitto istituzionale per cui il partito di maggioranza relativa si affida il compito di comporre una maggioranza parlamentare esautorando il Presidente della Repubblica dal compito che la Costituzione gli assegna.
Il Presidente della Repubblica, primo garante della Costituzione, a questo punto avrà due strade. Ratificare (sic!) l’incarico all’onorevole Di Maio oppure indire le consultazioni con i vari gruppi parlamentari e solo successivamente, sulla base dei riscontri ottenuti, affidare l’incarico per la costruzione di un nuovo governo: in questo caso l’esponente apparterrà ad un partito o movimento politico differente dai 5 Stelle o, al limite a nessun partito.
Scegliendo la prima strada il Presidente della Repubblica abdicherà nei fatti al suo ruolo: le conseguenze tiratele voi.
Percorrendo la seconda di strada il Movimento 5 Stelle indosserà il suo vestito preferito, quella di vittima del sistema, dei complotti e della casta. I giornali della borghesia illuminata gli continueranno, per timore di perdere le loro riconquistate rendite di posizione, a lisciare il pelo insistendo a non vedere il tratto eversivo connaturato al loro agire politico. La gente sarà chiamata a scendere in piazza. Gli animi si riscalderanno.
Questo a prenderli sul serio.
Continuando invece a dipingerli e descriverli come un pezzo della grande commedia popolare del nostro Paese andrà a finire molto peggio.