Cielo

“Passeggiando per Milano, camminando piano piano, quante cose puoi vedere.”

L’attacchinaggio “dell’affitasi-camera-singola” mi permette un altro giro di giostra. La possibilità di pedalare sotto questo cielo azzurro, azzurro come qui capita pochissime volte.

Mi bevo tutta via Calvi, scavallo corso XXII Marzo e il cordolo della corsia riservata, mi butto via Sciesa. Mi fermo all’IED. Entro in un cortile stupendo, alcuni ragazzi studiano all’ombra, mi dirigo verso la bacheca degli annunci. Fatto.

Veloce su viale Lazio e il campetto di basket, giro a destra, poi sinistra tuffandomi in via Botta con la vecchia piscina fascista. Il torrino, l’orologio, le case che si specchiano tutte intorno. E l’acqua più fredda di Milano.

Via Muratori è lì, Giulio pane e ojo dove ho festeggiato uno scudetto, poi è parco Ravizza e Bocconi. Tappezzo la mensa, il bar e la bacheca all’ingresso.

Un caffè in viale Filippetti e la risalita da via S. Calimero (l’anacronistica rissa delle due di notte) e sono già sotto la Velasca, la mia prima immagine di Milano.

Trapasso da parte a parte la piazza del Duomo (è una piazza non un sagrato, le persone ci vanno per incontrarsi, non per pregare), direzione Scala.

Svolto a sinistra in Filodrammatici. Piazzetta Cuccia e le grisaglie di Mediobanca, sbuco in via Broletto.

Corso Garibaldi è paese antico rivenduto a caro prezzo: chi cazzeggia al bar, chi struscia davanti ai negozi, Moscatelli che ha perso l’anima.

Corso Como in fondo, il Marangoni che ha cambiato sede. In via Verri ora. Passo per piazza Meda e i BBPR, gli Omenoni a sinistra, piazza Belgioioso e i giardini di via Palestro, Gardini e l’autobomba del luglio 1993.

Quell’anno ascoltavo una canzone. Una canzone su Milano.

“Tieni alta la guardia se sei capace.

Tu ci provi e ci riprovi e più ci provi e più ti piace.

Chi sbaglia troppo sbaglia e basta non impara più.

Sotto questo cielo stanco.

Chi sbaglia troppo sbaglia e sbaglia, basta non impara più.

Quel che abbiamo è questo.

Case, edifici, cose, amici nel caos. Ciao Milano, ciao ciao.”

21 pensieri riguardo “Cielo

  1. affitti una camera? davvero?
    io io io io!!!

    me ne voglio andare da dove sono ora… scrivimi che mi potrebbe interessare davvero (e poi sono proprio una personcina a modo…)

    – per una volta sono serio! –

  2. Io non sono serio, sono Alessio.
    Il caffè l’hai preso con me, non lo scrivi eh?

    Siccome stai su repubblica volevo fare il gaggio, tipo quelli che salutano la mamma davanti alla telecamera… squallido eh…

  3. bello il post, bello il giro e bella Milano, solo come Milano sa essere in certi momenti eed a certe persone che hanno l’occhio per guardare oltre.
    Ciao
    Clio

  4. La citta’ piu’ italiana d’Europa…direi…Monaco di Baviera (Italia del Nord almeno)! Lo stile e la gente hanno un certo che di Verona e Bolzano.
    Altrimenti Barcellona?!

  5. Milano… la mia casina… per quanto non sia molto distante dalla mia amata città (studio da due anni a Pisa…) posso tornarci poco e, forse, proprio per questo quando ci torno la vedo sempre con occhi nuovi, me ne innamoro tutte le volte scoprendo un giardino, una fontana, un palazzo… un negozio (posso assicurare che dopo due anni di Pisa fare solo metà di via torino sembra di aver fatto kilometri di negozi!…

    Tutto questo per dire che adoro Milano e ringrazio chi ha scritto questo post per avermi fatto leggere parole tanto belle sulla mia casa…
    ciao

  6. Ciao,
    Vuoi far conoscere il tuo agli altri?
    Riuscirai a dare loro delle buone motivazioni per Linciarti?
    Se vuoi provarci ti aspettiamo…

  7. Tornare. Non tornare. Sono stati mentali. Non morire mai di abitudine è la cosa che conta di più. In qualsiasi luogo.

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